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Attività
Con la Cooperativa Samara nasce l'idea di realizzare all'interno della Riserva Naturale Regionale del Lago di Penne un laboratorio didattico educativo atto al recupero, alla conservazione ed alla divulgazione delle antiche tradizioni vestine nella coltivazione e manipolazione del lino in Abruzzo; “dal seme al tessuto”
La tessitura è una delle tecniche artigianali più antiche e più diffuse che si conoscano; è un lavoro che si basa sulla semplicità di intrecciare elementi, ordito e trama, al fine di ottenere dei filati (tessuti). I materiali più utilizzati per la tessitura erano, e sono ancora, la lana, il cotone, la canapa ed il lino. Si possono realizzare le opere più diverse (lenzuola, asciugamani, tovaglie, tende, ecc.), intrecciando insieme anche differenti tipi di fibre tessili; durante la tessitura al telaio si possono eseguire dei ricami, con ago e filo, per ottenere sulla tela varie forme e motivi (sfilato abruzzese).Il lino ( Linum usitatissimum ) è una pianta annuale dalla quale, a seguito della macerazione delle fibre e di un processo di manipolazione meticoloso e lungo, si ricava un tessuto, conosciuto in Egitto fin dal V millennio a.C. . Coltivato dai Fenici e Babilonesi e da altri popoli del Medio Oriente, se ne diffuse l’uso a Greci e Romani.
A partire dal Medioevo la coltivazione si diffuse in tutta l’Europa che, grazie al suo clima umido, ne divenne il principale centro di produzione. Il tessuto di lino rimase il dominatore incontrastato fino all’inizio dell’ 800; in seguito il cotone, con l’introduzione di nuovi telai che ne facilitarono la filatura, prese il sopravvento.
Nel territorio vestino, la tessitura del lino era una delle attività produttive principali che caratterizzava la cultura contadina; fino agli anni ’50 e ’60 era frequente trovare un telaio in ogni casa.
Con l’avvento dell’industrializzazione, questa tecnica di produzione tessile andò via via scemando; così, la memoria storica di questa antica tradizione va affievolendosi nel tempo.
Lo scopo del laboratorio è quello di evitare che questa cultura vada del tutto persa, ed anzi, si propone di recuperarla, rivalorizzarla e diffonderla.
Il percorso seguito per il raggiungimento di tale scopo è il seguente:
1) Recupero ed approfondimento della cultura contadina attraverso la memoria storica degli anziani, con particolare riferimento alle tecniche colturali e manifatturiere delle fibre naturali.
2) Recupero degli strumenti (telaio, orditoio, rocchettatrice, ecc.) a regola d’arte, preferibilmente d’epoca o in stile, necessari a ripercorrere i vari procedimenti di tessitura del lino così come in passato.
3) Semina, coltivazione e raccolta del lino con metodi di agricoltura eco-compatibili.
4) Macerazione ed essiccatura del prodotto di raccolta.
5) Stigliatura e filatura della fibra.
6) Tessitura del lino.
La Cooperativa Samara , in collaborazione con coop COGECSTRE e con la Riserva, ha sviluppato il Progetto “Il filo di Arianna” grazie al quale sono stati recuperati alcuni telai per il laboratorio di tessitura del lino. Grazie al lavoro della Sig.ra Lidia Di Fabrizio e di altri volontari apassionati è stato possibile avviare il laboratorio del lino durante l'estate del 2004: sono stati recuperati e restaurati alcuni strumenti utilizzati per la filiera del lino (trocco, mancina, spinacciola, fusi,ecc.) ed alcuni telai d'epoca con i quali si fanno le dimostrazioni di tessitura dello “sfilato abruzzese”; sopratutto, grazie a continui incontri della Sig.ra Di Fabrizio con gli anziani del luogo ed i Professori dell' Istituto statale d'arte di Penne, si è riusciti a recuperare la memoria storica della tradizione tessile del territorio vestino ed a mettere in pratica le tecniche riscoperte.Le attività svolte nel laboratorio hanno avuto subito un positivo ed inatteso riscontro anche da parte dei bambini delle scuole e dei campi estivi, oltre che da parte degli anziani, degli insegnanti e degli altri visitatori della Riserva.
L'11 Ottobre 2008, in occasione dell'evento “Lo Sfilato Abruzzese”, il Laboratorio è stato intitolato in memoria di “Fernando Di Nicola”, ed è stato ufficialmente riconosciuto come museo.
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